Il Grande Fratello più famoso del web aggiorna il suo algoritmo, diventando più “umano” e decisamente più comprensivo.
Tutti conosciamo Google e Google conosce tutti
Google non ha di certo bisogno di presentazioni. Tutti abbiamo ben presente la barra bianca che ci appare aprendo il browser, ferma lì in attesa di una nostra domanda. Google è entrato così tanto nel nostro quotidiano che non ci rendiamo più nemmeno conto di quante volte al giorno ci rivolgiamo a lui per trovare risposta ai nostri più svariati dubbi.
Quante zampe ha il millepiedi? Chiediamolo Google. Cosa devo fare della mia vita? Chiediamo a Google. I pinguini hanno le ginocchia? Sono incinta? Come si nasconde un cadavere? Google! Eh sì, tutte domande che sono realmente state poste al motore di ricerca.
Insomma, con tutte le domande che gli facciamo ogni giorno Google arriva davvero a conoscerci meglio di chiunque altro. Più passano gli anni e più i Google Fellow, i big dell’ingegneria del software che sta dietro a Google, aggiornano l’algoritmo e l’intelligenza artificiale accrescendo così la sua capacità di pensiero. Oggi, a 21 anni di distanza dalla sua nascita, Google ha fatto “il più grande passo in avanti degli ultimi cinque anni, ed uno dei più grandi passi avanti nella storia della Ricerca”.
Parole di Pandu Nayak, Google Fellow, ingegnere del settore Ricerca, l’uomo che ha annunciato l’uscita di BERT, l’ultimo aggiornamento all’algoritmo di Google che ne modificherà per sempre le modalità di interpretazione dell’essere umano.
Cos’è e come funziona BERT
BERT è l’acronimo di “Bidirectional Encoder Representations from Transformers” ossia una tecnica basata sulle reti neurali per elaborare e comprendere il linguaggio naturale. L’idea è quella di analizzare la query dell’utente nel suo complesso, come una frase unica piuttosto che analizzandone ogni singolo elemento, così facendo si prenderà in considerazione anche il contesto della richiesta e non solamente le singole parole che la compongono.
Esempi di come funziona BERT
Per capire meglio di cosa stiamo parlando ecco qui qualche esempio.
Esempio 1. Visti per viaggiare negli Usa dal Brasile
La query dell’utente è “2019 brazil traveler to usa need a visa”, che tradotto sarebbe come chiedere “nel 2019 un viaggiatore brasiliano negli stati uniti ha bisogno di un visto?”
Ora, in un’epoca pre-BERT la risposta generata dal motore di ricerca forniva risultati riguardo cittadini statunitensi che intendono viaggiare verso il Brasile. Risposta sbagliata, o meglio, risposta non pertinente. Oggi, in un’epoca post-BERT la risposta fornita dal motore di ricerca riguarda invece i visti e i documenti di viaggio necessari ai turisti che intendono visitare gli stati uniti.
Il lavoro di BERT in questo caso sta nel cogliere l’importanza della preposizione “to”, molto comune nella lingua inglese ma che in questo caso assume una particolare rilevanza e fa capire da dove parte e dove vuole arrivare il viaggiatore.
Esempio 2. Comprare medicine per altre persone
Nell’esempio sopra riportato la query digitata dall’utente è “can you get medicine for someone pharmacy”, possiamo tradurla letteralmente come “puoi avere le medicine per qualcuno [in] farmacia?”.
La richiesta dell’utente è abbastanza intuitiva. Se fosse posta ad un altro essere umano non ci sarebbero dubbi sul fatto che l’utente abbia bisogno di sapere se un familiare o un amico possano acquistare in farmacia le medicine necessarie ad un’altra persone, forse impossibilitata a muoversi.
Prima dell’implementazione di BERT, Google non era in grado di comprendere la domanda. Pertanto forniva una risposta decisamente poco pertinente con quanto richiesto. Tra i risultati di ricerca infatti comparivano riferimenti all’Enciclopedia Medica e a come avere una ricetta medica. Come si vede dall’immagine dell’esempio 2 invece, con l’arrivo di BERT l’utente trova finalmente la risposta alle sue domande. E questa compare tra i primi risultati di ricerca di Google.
Dai due esempi citati si nota facilmente come Google sia decisamente migliorato nell’interpretazione delle intenzioni dell’utente. Anche quando le query non rispettano del tutto la sintassi grammaticale e i termini di ricerca sembrano buttati alla rinfusa Google è in grado di dedurre il contesto entro il quale si colloca la richiesta. Analizzando i singoli termini proposti, fornisce in una frazione di secondo una risposta coerente e funzionale alla nostra ricerca.
Cosa cambia per la SEO?
Premessa fondamentale: BERT non è stato creato con l’intento di penalizzare nessuno. È stato pensato per interpretare meglio la query dell’utente e fornire risultati più accurati. Resta però altrettanto vero che alcuni siti web hanno registrato un effettivo calo di traffico nelle settimane successive all’arrivo di BERT. (Di solito, con i cambi di algorimo, c’è anche qualcuno che vede incrementare le proprie visite. Ma non si nota, perché non si lamenta)
Dawn Anderson, una delle menti dietro il nuovo algoritmo, interrogata su cosa significasse BERT per la SEO ha risposto “non aiuterà i siti Web scritti male”.
Google BERT migliora la comprensione delle query di ricerca. Analizza le query e non le pagine si un sito web. Tuttavia nelle pagine di un sito web ha assunto sempre maggior importanza l’uso di termini precisi, in modo preciso. Ma cosa vuol dire?
Il punto fondamentale di come funziona BERT
A nessun utente piacciono pagine prive di contenuto, trascurate e “vuote” dove alla fine delle quali ti chiedi solo “quindi, qual è il punto?”, Se non piacciono agli utenti, immaginatevi a Google.
Questo il punto fondamentale per capire cos’è e come funziona BERT e di come arrivi ad incidere sulla SEO e sul traffico di un sito Web. Così come BERT fornisce estrema rilevanza al contesto della query così deve fare anche la SEO. Il contesto entro cui si muove la parola chiave deve accompagnare la parola stessa, esserle di supporto creando un testo ben strutturato attorno ad essa, altrimenti la singola parola, da sola, non significa nulla.
Google BERT analizza le sfumature di contesto e comprende cosa è davvero rilevante nella ricerca online degli utenti modificando i risultati di ricerca per offrire solo le pagine Web davvero rilevanti. Tranquilli, Google BERT non è un nemico, piuttosto fatene un alleato nel miglioramento del vostro sito e della SEO.