Raccogliendo le crescenti preoccupazioni in fatto di privacy, Google annuncia il suo stop ai Cookie. Non venderà più annunci basati sulla cronologia di navigazione degli utenti.
L’annuncio del colosso statunitense è del 3 marzo 2021 attraverso un post di David Tamkin, product manager di Google che ha guidato il cambiamento.
Già nel 2020 Google aveva annunciato la sua intenzione di rimuovere il tracciamento da parte dei cookie di terze parti nel 2022.
“Oggi – scrive Tamkin nel suo post – vogliamo chiarire che una volta eliminati gradualmente i cookie di terze parti, non creeremo identificatori alternativi per monitorare le persone mentre navigano su Internet, né li useremo nei nostri prodotti. Le persone non dovrebbero essere costrette ad accettare di essere tracciate mentre navigano online per poter ricevere pubblicità pertinenti. Così come gli inserzionisti non hanno bisogno di monitorare i singoli consumatori sul web per ottenere dei vantaggi in termini di prestazioni della pubblicità digitale”.
L’annuncio di Google vuole anche mettere un punto alle crescenti perplessità in fatto di privacy online, provenienti non solo dagli utenti ma anche da legislatori e garanti della privacy che negli States hanno già intentato diverse cause legali antitrust nei confronti di Google.
Da un sondaggio del Pew Research Center del 2019 si apprende come il 72% degli americani si senta monitorato da inserzionisti e società mentre naviga online, l’81% afferma poi che i potenziali rischi da affrontare a causa della raccolta continua di dati superino i benefici.
È forse su queste ultime parole che Google ha rizzato le antenne: se il rischio è perdere di credibilità e con il tempo, perdere utenti, meglio correre ai ripari.
Come avviene il tracciamento degli utenti?
Attualmente il tracciamento degli utenti online è effettuato attraverso i Cookie.
I Cookie altro non sono che frammenti di dati di navigazione salvati sul nostro computer che consentono di registrare qualunque mossa eseguita online. Ricerche effettuate, siti visitati, link esplorati. Non solo, anche da quale browser stiamo effettuando la ricerca, da quale dispositivo, in quale paese e con quale lingua. tutte queste informazioni sono registrate, raccolte e organizzate in primis con l’obiettivo principale di offrire alle agenzie pubblicitarie target sempre più definiti ai quali rivolgere gli annunci oltre a quello di offrire all’utente esperienze di navigazione sempre più personalizzate.
Di per sé i cookies sono elementi piuttosto innocui, questo finché restano nelle mani del singolo sito visitato, ma sappiamo bene che così non è. Difatti i cookie e i dati di navigazione a loro associati vengono quasi sempre trasmessi a siti di terze parti, scambiati tipo figurine Panini, questo sempre in nome della personalizzazione della navigazione.
Cosa cambierà nel 2022?
L’intenzione è quella di utilizzare nuove tecnologie all’interno di quella che Google chiama “sandbox per la privacy”. In sostanza la profilazione degli utenti avverrà per gruppi aggregati, o “coorti”, e non più per singoli utenti. Il tracciamento prenderà sempre nota delle abitudini di navigazione degli utenti sui loro dispositivi ma li aggregherà in gruppi di persone con interessi condivisi.
Un cambiamento epocale e di forte impatto, che cela tuttavia non poche insidie per gli inserzionisti più piccoli e non solo. Secondo Diana Lee, CEO e co-fondatrice dell’agenzia digitale e società di tecnologia pubblicitaria Constellation Agency, questo cambiamento “sta spingendo più potere e informazioni privilegiate nelle mani di Big Tech” e le imprese più piccole avranno più difficoltà a raggiungere il loro pubblico, questo perché dopo le modifiche di Google non saranno più in grado di ottenere un’immagine precisa e definita del proprio target, correndo il rischio di disperdere risorse e perdere in credibilità.
“Se puoi scegliere come target solo i dati proprietari, allora le persone con il maggior numero di dati originali faranno meglio”, sostiene l’analista Benedict Evans.
Se da un lato il cambiamento è sicuramente positivo per gli utenti, in virtù del rispetto della privacy, dall’altro la speranza è che le nuove tecnologie di targeting implementate da Google non aumentino il gap tra grandi agenzie pubblicitarie e piccole realtà di marketing ma che le nuove tecnologie aiutino tutti gli inserzionisti a raggiungere il pubblico giusto e a realizzare i loro obiettivi di marketing online.
Sarà fondamentale sapere quali saranno le nuove modalità che Google userà per implementare queste tecnologie che salvaguardano la personalizzazione dell’esperienza e la tutela dei dati. Attendiamo con ansia di ricevere nuove comunicazioni da parte di Google.