Perché TikTok è il grande fratello cinese?
TikTok social network Made in China che ha conquistato tutti, in particolare i giovani e giovanissimi di tutto il mondo. Sono più di 500 milioni le persone iscritte al social, oltre 32 milioni negli Stati Uniti e 2,4 milioni gli utenti italiani.
“Tick tock, on the clock. But the party don’t stop”. Così cantava la cantante statunitense Kesha nel “lontano” 2009. Chissà se si sono ispirati a questo ritornello i creatori di uno dei più famosi social network sulla pizza mondiale.
“The party don’t stop!” Dinamico, coinvolgente, TikTok è una raccolta globale di frammenti di video di 15 secondi ciascuno. C’è chi canta, chi balla, chi cucina e poi scherzi, giochi ma anche cortometraggi completi di colonna sonora, il tutto arricchito da effetti visivi, gif animate o sticker personalizzati. Attenzione insomma, crea dipendenza.
Ma…
C’è un ma…
Le annotazioni su TikTok di John Battelle
Per John Battelle – un profondo conoscitore del web e delle sue dinamiche – TikTok social network altro non è che una bomba a orologeria. Una letale combinazione tra la “sorveglianza statale cinese” e la “sorveglianza capitalistica americana”. Nel suo articolo “Tik Tok, Tick Tock…Boom” fa una sintesi puntuale e alquanto inquietante, delle dinamiche che si nascondono al di sotto della sfavillante facciata di TikTok.
Riportiamo qui la traduzione quanto più possibile letterale delle sue parole, parolacce e malizie comprese.
[…]
E’ il momento di alcune annotazioni.
- Tik Tok è di proprietà di una società cinese.
- Tik Tok è avvincente, seducente, non puoi distoglierne lo sguardo.
- Tik Tok ha Termini di Servizio e una Privacy Policy a tutti gli effetti molto simile a quella di Google, Facebook, Apple o Amazon. In altre parole Tik Tok ha un clickwrap standard [“accettazione del consenso”] che gli da il permesso di fare praticamente tutto ciò che vuole con le informazioni che raccoglie sui suoi utenti.
- I Termini di Servizio e le Politiche sulla Privacy di Tik Tok, dal momento che sono modellati sulle politiche del capitalismo di sorveglianza americano, dichiarano che la società può raccogliere: posizione, email, numero di telefono, cronologia di navigazione del browser, informazioni sul dispositivo, nomi di app e file sul dispositivo, contenuto dei messaggi, elenco completo delle connessioni sui social network (questo se dovessi lasciargli utilizzare Facebook, Twitter, Instagram per trovare i tuoi amici, e la maggior parte lo fa), preferenze dei contenuti e una tonnellata di altre informazioni, per non parlare di tutte le informazioni di terze parti che TikTok sceglie di acquisire e aggiungere al tuo profilo.
- Non c’è nulla tra i Termini di Servizio o nella Privacy Policy di Tik Tok che gli impedisca di inviare al governo cinese tutte le informazioni che acquisisce sugli utenti. Infatti, leggendo attentamente le Policy si può notare la dicitura: “We may disclose information to respond to subpoenas, court orders, legal process, law enforcement requests, legal claims or government inquiries”. [Che significa: “Possiamo divulgare le informazioni per rispondere a citazioni in giudizio, ordinanze giudiziarie, procedimenti giudiziari, richieste di applicazioni della legge, reclami legali o indagini governative”.]
- TikTok è chiaramente preoccupato che qualcuno se ne accorga: è quasi impossibile trovare statistiche su quante persone lo usino negli Stati Uniti (anche se Ad Age recentemente ha fatto trapelare possano essere più di 32 milioni), inoltre non troverai mai la parola “Cina” o “Cinese” nei Termini di Servizio o nella Privacy Policy di TikTok.
- Nel caso in cui non avessi prestato attenzione, ti rimando al punto numero 1 sopra. Se pensi che Tik Tok non stia inviando informazioni al governo cinese, sei molto dolce, ma dovresti rimanere chiuso in casa e usare solo vecchi telefoni a disco rotante.
- TikTok sta spendendo centinaia di milioni di dollari sui social network americani per convincere i consumatori statunitensi, in particolare i bambini, a scaricare e utilizzare l’app. Strategia fottutamente brillante tra l’altro.
- Cina e Stati Uniti stanno affrontando una dura battaglia per il potere economico e geopolitico, battaglia che sarà vinta in gran parte, sulla base di quale sarà il paese che ha acceso e dominio sui dati dei consumatori su larga scala, alimenterà la Machine Learning e i sistemi di intelligenza artificiale che saranno sicuramente utilizzati come arma, sia economicamente che geopoliticamente.
Così, ho semplicemente pensato di farvelo notare.
Ma quei video, sono proprio carini, no?
[…]
Le nostre considerazioni su TikTok social network cinese
La sintesi di Battelle non fa una piega.
Se nel mondo attuale il potere è nelle mani di coloro che possiedono i dati, i TUOI dati, allora mai vi fu strategia migliore di un social network per ottenerli. I due grandi superpoteri del buon marketing sono da sempre Gratuità ed Emotività. E TikTok li ha entrambi.
È gratuito, facile da scaricare e super intuitivo. E poi, come dice Battelle, “quei video sono proprio carini”. Il flusso continuo dei video di Tik Tok fa leva sul nostro lato più emotivo e più inconscio, ad una risata ne seguirà un’altra e un’altra ancora. Resteremo sulle spine in attesa di sapere chi vincerà la sfida di canto della settimana e sentiremo scorrere l’adrenalina nelle vene alla vista delle sfide di parkour in giro per le città.
Insomma un cocktail di emozioni non indifferente per un social network che ha di gran lunga superato i suoi predecessori, Facebook ormai apatico e allergico all’emotività e Instagram, che ancora riesce a stare al passo ma dal quale stanno “scomparendo” i giovanissimi, tutti in fuga verso il nuovo e decisamente più dinamico TikTok. Far leva sulla naturale capacità dell’essere umano di emozionarsi, di sentirsi coinvolto, protagonista, importante… è un’arma vincente, probabilmente la più potente che ci sia.
Grazie anche alle riflessioni di Battelle viene però da chiedersi “a quale prezzo?”
Anche se una cosa ci viene distribuita gratuitamente non significa che non ci sia nulla da dare in cambio, nel caso di TikTok sono i nostri dati la moneta di scambio.
Una sorta di ricatto emotivo, dove per non sentirti solo e poter avere accesso al favoloso mondo del social network e “essere come tutti gli altri” e “fare quello che fanno tutti gli altri” e “vedere quello che vedono tutti gli altri” devi pagare il prezzo più alto, regalando letteralmente la tua identità.