L’esperimento su Instagram non è ancora terminato, ma qualche giorno fa è giunta la notizia che Facebook Australia ha iniziato un esperimento analogo su Facebook eliminando la visualizzazione del numero di mi piace, reactions e visualizzazioni video sui post altrui (assicura Facebook che questi elementi di metrica saranno comunque visibili ai proprietari di post e pagine).
L’obiettivo di questo esperimento è quello di indurre gli utenti a concentrasi sulla qualità del contenuto, come pure sulla qualità della propria rete sociale riducendo l’elemento di “competizione”. Infatti alcune ricerche effettuate per valutare il benessere degli utenti hanno evidenziato che questi numeri possono scatenare fenomeni competitivi di confronto sociale e generare disagio.
Non si sa se l’esperimento appena iniziato in Australia sarà replicato anche in altri paesi, come è avvenuto per Instagram. Gli effetti di questo esperimento non sono comunque insignificanti. Noi di Factotum pensiamo che se tale esperimento dovesse un giorno diventare la modalità normale di funzionamento dei social, potrebbe portare ad un significativo miglioramento della qualità e dell’attendibilità dei contenuti e potrebbe perfino contribuire ad indebolire la diffusione delle fake news.
È noto infatti – si chiama Effetto San Matteo – che molto spesso gli utenti, dovendo valutare la qualità di un post, di una notizia o di qualunque altro elemento, specialmente se non hanno molto tempo a disposizione per leggere in modo approfondito o se non posseggono la preparazione necessaria a comprendere in modo pieno il contenuto, utilizzano metodi empirici osservando valori di comprensione immediata. Uno di questi è proprio l’apprezzamento che altri utenti hanno espresso sullo stesso contenuto.
Si tratta di un comportamento adottato anche nel mondo reale. Se molti frequentano quel ristorante, vuol dire che si mangia bene. Se molti hanno visto quel film, vuol dire che è un bel film. Se molti raccontano lo stesso episodio, vuol dire che la storia è vera. Tutto sommato questa regola imitativa ha una sua importanza nel mondo reale, facendoci propendere per scelte meno rischiose, e favorendo la coesione dei gruppi.
Ma cosa succede se adottiamo lo stesso modello di valutazione nel mondo dei social? I social network ci bombardano da centinaia di stimoli che non riusciamo a valutare adeguatamente o per la fretta o perché non abbiamo gli strumenti culturali adeguati per farlo. I numeri di gradimento esposti sono tra i pochi elementi che riusciamo interpretare all’istante per attribure un valore ad un post o ad un articolo. Ma così facendo corriamo il rischio di esprimere valutazioni seguendo chi si è già espresso prima di noi, facendo passare in secondo piano altri elementi più importanti del criterio di apprezzamento della maggioranza quali l’attendibilità della fonte, la qualità dei dati, la logicità dei ragionamenti, l’efficacia reale delle soluzioni proposte e perfino i nostri gusti personali che potrebbero “cambiare” per farci guadagnare l’accettazione del gruppo.
Per concludere. Ci auguriamo di tutto cuore che il risultato dell’esperimento conferimi l’ipotesi di chi l’ha ideato e che l’invisibilità dei like porti a migliorare la qualità dell’informazione in rete e il benessere degli utenti, rendendoci tutti un po’ più consapevoli, meno manipolabili e più liberi.