Vi siete mai chiesti cosa accade quando pubblicate qualcosa su Facebook?
Quale destino attende i vostri post e quale aspettativa di vita hanno realmente?
Un post pubblicato su Facebook ha un’aspettativa di vita di tre ore e sette minuti. È chiaro che il dato temporale va poi considerato in base a variabili quali la popolarità della pagina/profilo e la natura del contenuto pubblicato. I più fortunati possono vantare post che restano nel feed della home di Facebook fino a 10 ore, i peggiori devono accontentarsi di 15 minuti di visibilità. O celebrità, come avrebbe detto Andy Warhol.
Il tempo è tiranno, si sa. I vostri contenuti social hanno le ore contate e, come se non bastasse, non appena cliccate sul pulsante Pubblica, state “regalando” il vostro contenuto a Facebook Inc. Sarà il social a deciderne le sorti e guidarne la visibilità, mostrandolo con orgoglio o facendolo scomparire come non fosse mai esistito.
Alcuni tra noi forse si sono iscritti a Facebook per ricostruire la propria rete sociale, o per restare aggiornati sulle notizie provenienti dal resto del mondo, per scoprire nuovi modi di comunicare o ancora per condividere parole e pensieri fino ad ora rimasti chiusi nel cassetto. Paradossalmente sono le stesse cause che ci spingono sempre più fuori dallo stesso social, o per meglio dire ci tagliano fuori.
La rete sociale che ci siamo costruiti su Facebook è fittizia, non è nostra, non siamo stati noi a crearla. Ci ha pensato Facebook. Nella realtà dei fatti non siamo noi ad avere il controllo del nostro profilo, o delle informazioni che si aggiornano nel feed della home.
Il social più famoso del mondo poggia le sue fondamenta su una rete di algoritmi, invisibili all’occhio umano che in men che non si dica ci conoscono meglio di chiunque altro.
È il momento quindi di fare un grande passo avanti nella storia dei social network, o meglio, un passo indietro. Nei primi anni 2000 quando Facebook vide la luce e la rapida diffusione a livello globale si diceva “se non ci sei [su facebook] non esisti” e molti da bravi, hanno seguito il consiglio senza rendersi conto che così finivano per esistere soltanto sui social network, “svendendosi” alla platea, e nemmeno al miglior offerente.
Il nostro proposito per questo nuovo anno è quindi quello di smettere di utilizzare Facebook e compagnia come strumento di pubblicazione, ma di sfruttarli solo e soltanto come cassa di risonanza, amplificatori di popolarità.
Perché i contenuti che creiamo siano davvero nostri è necessario che si trovino su qualcosa che è realmente di nostra proprietà (cosa che il profilo Facebook non è). Il nostro sito.
Avete un vostro sito web? Sfruttatelo! Non l’avete ancora? Createne uno. Saranno comunque contenuti online a disposizione del pubblico ma collocati su servizi di nostra proprietà, per lungo tempo e sotto il nostro controllo.